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Industria 4.0 e Cybersecurity: non esiste innovazione senza sicurezza

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    La digitalizzazione è entrata ormai nella vita quotidiana delle aziende dando il via all’era dell’industria 4.0, che ha portato con sé non solo nuove opportunità, ma anche nuove insidie da affrontare e gestire. Quali?
    Tutto ciò che riguarda la sicurezza dei database aziendali, la risorsa più preziosa oggigiorno!
    Ma procediamo con ordine: a cosa ci riferiamo quando parliamo di industria 4.0?
     
  • Covid-19: una svolta epocale

     

    La pandemia Covid-19 ha accelerato il processo di digitalizzazione di molte aziende, a seguito del quale si sono distinte due macroaree di settore che necessitano un certo livello di sicurezza informatica:

    • Area finanziaria, assicurativa e di vendita al dettaglio: da sempre a stretto contatto con situazioni in cui è necessaria la dotazione di sistemi di sicurezza informatica per affrontare le minacce esterne.
    • Area aziendale manufatturiera che nel passaggio da un’impostazione tradizionale a quella digitale spesso ignora il rischio di attacchi informatici ritenendo erroneamente di avere poco da offrire ad eventuali hacker.

    La pandemia Covid-19 ha portato con sé una vera e propria crisi globale, ma è stata anche un punto di svolta per molte PMI italiane. Durante la pandemia, infatti, le imprese si sono viste costrette a adottare un approccio più flessibile al cambiamento, accelerando i processi di digitalizzazione, senza sapere che direzione prendere.

    A tutto ciò ha risposto l’Unione Europea con il programma Next Generation EU, meglio noto in Italia come Ricovery Fund o Ricovery Plan, un fondo approvato dal Consiglio Europeo nel luglio 2020 e che prevede lo stanziamento di 750 miliardi di euro al fine di sostenere le organizzazioni degli Stati Membri nel processo di digitalizzazione. Più precisamente l’obiettivo fondamentale del Next Generation EU è quello di predisporre buona parte dei fondi per il miglioramento delle infrastrutture digitali aziendali, della filiera sanitaria, della ricerca e dell’innovazione.

    All’interno del Programma si colloca il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che rappresenta per le aziende e le PA italiane una grandissima occasione di predisporre di fondi da riversare nell’innovazione digitale.

  • Più digitalizzazione, più attacchi ai database

     

    Secondo il rapporto Clusit 2022 (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica), che fornisce un’immagine degli attacchi alla cybersecurity in Italia e in tutto il mondo sulla base dei dati del 2021,a seguito di una spiccata accelerazione della trasformazione digitale, si nota un incremento del 10%  di attacchi gravi alla sicurezza informatica rispetto al 2020, che hanno colpito informazioni sensibili.

     

    Tale rapporto elenca le principali tipologie di attacchi avvenuti nel corso del 2021, sulla base della loro frequenza, stilando la seguente classifica:

     

    • Malware (41%) ed in particolare i ransomware con i relativi attacchi a doppia e tripla estorsione in grado di mettere in ginocchio anche la strutturata delle organizzazioni.
    • Minaccia sconosciuta (21%): è la seconda minaccia più diffusa riconducibile facilmente al data breach.
    • Sfruttamento delle vulnerabilità dei sistemi informatici (16%).
    • Phishing /Social Engineering (10%)
    • Attacchi a tecnica multipla (5%)
    • Furto di identità e delle credenziali di accesso (4%).

     

    In aggiunta, sempre secondo il rapporto Clusit, il settore manifatturiero registra il 46,9% di attacchi informatici in più rispetto al secondo semestre del 2020: un incremento riconducibile, appunto, alla rapida digitalizzazione di molte aziende durante la pandemia.

  • Industria 4.0 e Cybersecurity: bisogna recuperare terreno

     

    L’innovazione apportata dall’industria 4.0 dovrebbe però andare di pari passo con la sicurezza cyber, ma nella maggior parte dei casi, oggi, ciò non accade. Il rischio di essere attaccati, infatti, è inversamente proporzionale a quanto si fa per proteggersi.

    La mancanza di adeguati sistemi di protezione informatica unita a una scarsa preparazione del personale all’utilizzo delle nuove tecnologie e, soprattutto, all’assenza di professionisti IT specifici per il miglioramento della sicurezza, rende le aziende dei bersagli ideali per i cybercriminali.

    Secondo la società di consulenza informatica Capgemini, nell’articolo Cybersecurity in Smart Factories, il 73% delle organizzazioni interpellate ha affermato di aver subito un attacco informatico negli ultimi 12 mesi e nel complesso il 40% delle organizzazioni ha segnalato un incremento complessivo degli incidenti informatici a partire dal 2019.

     

    Con il termine cybersecurity si intende l’insieme di mezzi e tecnologie per la protezione dei sistemi informatici da minacce informatiche. Le più comuni sono:

     

    • Denial of service (negazione del servizio): che prevede la presenza di uno o più aggressori che tentano di rallentare o negare l’accesso a un sistema informatico o una rete, inondandolo di richieste.
    • Malware: di questa categoria fanno parte tutti i programmi utilizzati per disturbare le operazioni svolte da un computer, rubare informazioni sensibili, ottenere accesso a sistemi informatici privati o addirittura prendere il controllo dell’intero dispositivo, senza che la vittima se ne accorga.
    • Ransomware: uno delle minacce più pericolose che, una volta installato, tiene sotto sequestro il computer, per esempio, crittografandolo e richiedendo un riscatto.
    • Phishing: un particolare tipo di truffa realizzata su internet con il tentativo di ottenere dati sensibili (password o pin) attraverso l’uso di e-mail e messaggi che sembrano provenire da fonti affidabili e sicure.
  • Non esiste innovazione senza sicurezza

     

    In futuro saremo costantemente esposti a minacce informatiche via via più evolute: le grandi aziende, così come anche le PMI, devono affrontare queste minacce in maniera strutturata. Come?

     

    • Educando i propri dipendenti sul funzionamento delle minacce e su come evitarle
    • Confrontandosi con uno o più tecnici specializzati
    • Mettendo in sicurezza la rete utilizzata
    • Gestendo i privilegi degli utenti
    • Monitorando regolarmente i sistemi informatici

     

    La maggiore parte della responsabilità degli attacchi subiti è attribuibile all’utilizzo di sistemi inadeguati e vulnerabili. Per tali ragioni per riuscire a proteggersi più efficacemente degli attacchi provenienti dal web è importante trovare delle soluzioni che, sfruttando l’intelligenza artificiale, riescano ad analizzare e rintracciare in tempo reale il comportamento di eventuali minacce che stanno provando entrare.

     

    Da un lato per difendersi bisogna quindi attuare azioni di:

     

    • Prevention: azioni consistenti nell’evitare di dare informazioni sensibili durante la navigazione e l’utilizzo di sistemi di sicurezza informatica che tentano di segnalare e bloccare le attività dannose.
    • Detection: nel momento in cui la prevention non basta, intervengono sistemi di detection per monitorare in tempo reale l’azione di eventuali minacce, individuando per esempio quali dati sono stati rubati.
    • Riparazione o recupero dei dati: sistemi usati per cercare di riportare il sistema allo stato precedente, prima della perdita dei dati.

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