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Trasformazione Digitale Industriale: Sfide, Soluzioni e Best Practice

  • Luci e ombre della trasformazione digitale: l’opinione delle imprese

     

    Lo studio ha coinvolto circa 100 membri del Comitato Scientifico di SPS Italia. Un campione eterogeneo, sia per quanto riguarda i settori industriali che le funzioni aziendali rappresentate. Fine modulo

    I risultati mettono in luce sia le opportunità che spingono le aziende a investire nel digitale che le difficoltà riscontrate.

    Sul fronte delle opportunità, le risposte mettono in luce che la digitalizzazione è per le imprese uno strumento per migliorare le performance (39,4% delle risposte), per la riduzione dei costi (19,7%) e per una maggiore competitività (15,2%).

    Tuttavia, emerge anche una significativa disillusione sulla capacità di implementare effettivamente le nuove tecnologie, come evidenziato dall’84,21% degli intervistati, che segnalano di aver riportato criticità nell’implementare i progetti.

     

    Le criticità più comuni afferiscono a:

    • mancanza di risorse competenti (31,6%)
    • resistenza culturale, a livello di management o del personale operativo (26,3%)
    • ROI difficile da quantificare o da sostenere (15,8%)
    • difficoltà di integrazione con i sistemi legacy (12,3%)

     

    Anche per quanto riguarda il giudizio sui progetti di innovazione adottati in azienda emerge una situazione in chiaroscuro: circa il 71% evidenzia che questi progetti o si trovano ancora in una fase iniziale o sono terminati con un successo solo parziale rispetto agli obiettivi desiderati.

    Inoltre, il 15,8% dei rispondenti ha dichiarato che questi progetti sono falliti, percentuale superiore rispetto a quella di chi ha riportato il successo del progetto (13,2%).

     

     

  • Digital Transformation nell’industria: perché è necessario un approccio strategico

     

    Il Position Paper parte dal presupposto che ci sono, indubbiamente, notevoli vantaggi ottenibili dal cambio di paradigma applicato ai processi di produzione e decisionali che implica un percorso di digitalizzazione.

    Tuttavia, questo percorso deve essere svolto in modo che sia sostenibile non solo nel lungo periodo, ma anche nel breve-medio periodo, dal momento che investire su una strategia riduce le risorse disponibili per altre opportunità.

    È pertanto necessario che il percorso di digitalizzazione sia sviluppato secondo un approccio strategico, a partire dalla comprensione del contesto di riferimento.

     

    La trasformazione digitale richiede infatti una profonda revisione non solo delle tecnologie impiegate ma di tutti i processi aziendali, a 360°, e deve pertanto includere diversi fattori che costituiscono il DNA aziendale, tra cui:

    • il modello organizzativo dell’azienda
    • i valori alla base della leadership aziendale
    • le competenze, o le “capabilities” necessarie, compreso il modo in cui queste capabilities vengono ricercate sul mercato e formate internamente
    • il flusso di lavoro tra le varie “anime” dell’azienda (l’area “business”, quella OT e quella IT)

     

    Si potrebbe visualizzare i punti sopra riportati come le fondamenta su cui si regge un progetto di digitalizzazione, in quanto l’esclusione di una di queste componenti rischia di minare seriamente la stabilità del progetto, o di farlo naufragare. Vediamo quindi, per ognuno di questi punti, quali sono le considerazioni e le best practice che emergono dal Position Paper.

  • Digitalizzare in funzione degli obiettivi, non dei trend di marketing

     

    Ed è proprio dagli obiettivi aziendali che occorre partire nel definire un piano di investimento nelle tecnologie digitali e di automazione, poiché saranno questi obiettivi a guidare l’azienda nella scelta delle tecnologie su cui investire.

    Il piano strategico deve considerare le esigenze specifiche del settore e le opportunità di miglioramento che le nuove tecnologie possono offrire, oltre a considerare attività da implementare a breve termine ed attività da pianificare a medio-lungo termine.

    Deve, inoltre, essere inclusivo per tutti i processi aziendali: la definizione del piano strategico deve infatti coinvolgere le tre macro-aree del business: processo/business, OT e IT.

    Deve, inoltre, considerare la gestione della supply chain, la tracciabilità dei prodotti, la qualità dei processi produttivi, la creazione di nuovi modelli di business fino all’interazione con i clienti, in una visione veramente “end-to-end”. Il contributo dei clienti e dei fornitori non deve essere trascurato, come spiegano gli autori del Position Paper:

    L’esperienza del cliente deve essere il cuore della trasformazione digitale. L’ottimizzazione dei processi e la riduzione dei costi contribuiranno a migliorare il business, ma non cambieranno il gioco. Sfruttare esperienza di mercato e risultati di business dei clienti può consentire all’azienda di creare nuovi modelli di business per fornire migliori prodotti e nuovi servizi. Oltretutto la digitalizzazione offre possibilità di ottimizzazione anche tra aziende che competono.

  • 10 errori da evitare nel percorso di digitalizzazione

     

    Ricapitoliamo quindi quali sono gli errori da evitare in un percorso di Digital Transformation:

     

    • Non avere una strategia chiara
    • Mancanza di consenso e impegno della leadership
    • Concentrazione sulle tecnologie e non sulle persone e/o il vantaggio competitivo
    • Farsi guidare dalle tendenze
    • Trascurare il contributo dei clienti e dei fornitori
    • Voler fare tutto “in casa”
    • Non considerare la sicurezza dei dati
    • Mancanza di flessibilità
    • Carenza di comunicazione
    • Sottovalutare le complessità

     

     

  • 2 regole e 5 consigli pratici

     

    La transizione digitale deve individuare obiettivi di interesse, deve contemplare un’analisi delle possibili strategie evidenziando le prospettive e l’importanza dei risultati ottenibili (riduzione costi, incremento efficienza, ecc.) con la relativa probabilità di accadimento (raggiungibilità). Questo permette di determinare un indice di impatto che è funzione dei benefici e dei costi/rischi (Impatto = Importanza * Probabilità). L’Impatto diventa quindi l’indice che permetterà di selezionare i casi applicativi più importanti e uno strumento molto utile per convincere e coinvolgere il management.

     

    In questo scenario occorre tenere ben presenti due regole d’oro:

    • Pensare prima al valore, perché la tecnologia è un mezzo
    • Pensare prima alle persone, perché gli strumenti sono un supporto.

     

     

    Gli obiettivi di miglioramento operativo possono poi essere perseguiti – suggeriscono gli autori – tramite i seguenti passi:

    • Valorizzare l’utilizzo delle informazioni, spesso già presenti ma non sempre opportunamente storicizzate, per successive analisi
    • Introdurre nuovi sensori laddove necessario. Si può sfruttare la tecnologia IIoT aggiungendo nuova capacità di “acquisizione” e di “misura”
    • Elaborare le informazioni raccolte con tecniche statistiche e di Business Intelligence al fine di comprendere i comportamenti del passato e del presente e le mutue correlazioni, capire i fenomeni, le cause dei problemi e le ragioni delle performance ottenute.
    • Operare ottimizzazioni dei processi aziendali ed avviare modelli predittivi in grado di diagnosticare in anticipo eventuali deviazioni dallo standard.
    • Implementare soluzioni di AI per supportare le decisioni, suggerendo i migliori scenari correttivi ed in seconda istanza di automatizzarne l’attivazione nei processi.

     

    Una volta consolidata l’acquisizione e la valorizzazione delle informazioni è possibile estendere i vantaggi alle tecnologie di progettazione dei prodotti, instaurando così un legame con la catena di fornitura, nell’ottica del miglioramento continuo. Bisogna inoltre sottolineare che, a sua volta, il miglioramento da implementare dovrà essere impostato già in fase di progetto come ‘continuous improvement by design’.

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