rankitanki/news-e-iniziative/dettaglio-articolo/index.html Nome containerpage : /news-e-iniziative/dettaglio-articolo/index.html Immagine condivisione : - Meta og : siatec

Whistleblowing: tutto quello che devi sapere in 10 punti

  • 1. Cos'è il Whistleblowing?

     

    Con il termine Whistleblowing (letteralmente, suonare il fischietto) si intende la segnalazione di illeciti o irregolarità che un individuo, detto segnalante o whistleblower, riscontra in un’azienda o in un ente pubblico. Alcuni fanno risalire l’origine di questa parola all’azione dell’arbitro che fischia per segnalare un fallo, altri invece ai poliziotti inglesi che utilizzavano il fischietto appunto per dare l’allarme.

     

  • 2. Il quadro normativo: la Direttiva UE 2019/1937

     

    Per svolgere un’azione di forte contrasto alla corruzione e alla illegalità, tanto nell’ambito pubblico che in quello privato, l’Unione europea – constatando la disomogeneità delle normative nazionali in materia – ha introdotto una apposita Direttiva in materia di Whistleblowing 2019/1937 che persegue l’obiettivo di introdurre uno standard minimo di tutela per i segnalanti o whistleblower.

    La Direttiva prevede che la tutela del segnalante non riguardi solo i dipendenti ma anche: clienti, fornitori e stagisti. Con la Direttiva europea il segnalante è tutelato sul fronte lavoristico da eventuali ritorsioni dirette o indirette e dal licenziamento che potrebbe subire a causa della segnalazione.

     

  • 3. Decreto Whistleblowing (D.lgs 24/2023)

     

    Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto legislativo 24 del 10 marzo 2023, l’Italia recepisce la Direttiva UE 2019/1937. Il Decreto ha l’obiettivo di migliorare i principi di trasparenza e responsabilità, senza distinzioni tra organizzazioni pubbliche e private. I settori interessati dal Decreto includono: appalti pubblici, servizi finanziari, sicurezza dei prodotti e dei trasporti, ambiente, alimenti, salute pubblica, privacy, sicurezza della rete e dei sistemi informatici e concorrenza.

    Con il Decreto whistleblowing i soggetti interessati (aziende ed enti pubblici) devono dotarsi di un canale di segnalazione interno, cioè di una piattaforma informatica per inviare e gestire le segnalazioni di illeciti. La piattaforma deve prevedere un sistema di crittografia per garantire la riservatezza dei dati personali del segnalante e della segnalazione stessa.

     

  • 4. I soggetti obbligati

     

    Ai sensi del Decreto whistleblowing, l’obbligo di istituire un canale di segnalazione è previsto per:

    • tutti i soggetti del settore pubblico, compresi i soggetti di proprietà o sotto il controllo di tali soggetti, nonché per i Comuni con più di 10.000 abitanti;
    • a decorrere dal 15 luglio 2023, tutte le aziende con più di 250 dipendenti, a prescindere dall’adozione o meno di un Modello Organizzativo ex D.lgs. 231/2001;
    • a partire dal 17 dicembre 2023, tutti i soggetti del settore privato che abbiano impiegato nell’ultimo anno una media di lavoratori subordinati tra i 50 e i 249, a prescindere dall’adozione o meno di un Modello Organizzativo ex D.lgs. 231/2001;
    • tutte le aziendeche pur avendo meno di 50 dipendenti hanno come genere di attività:
      • i servizi ed i prodotti finanziari, la prevenzione del riciclaggio e le misure atte a bloccare il finanziamento del terrorismo, la sicurezza dei trasporti e la tutela dell’ambiente;
      • tutte le aziendeche hanno adottano i modelli organizzativi ex D.lgs 231/2001.

     

  • 5. Chi tutela la legge sul Whistleblowing

     

    L’ambito di applicazione soggettivo delle disposizioni del D.lgs 24/2023 comprende:

    • dipendenti o collaboratori;
    • lavoratori subordinati e autonomi;
    • liberi professionisti;
    • tirocinanti anche non retribuiti;
    • gli azionisti e le persone con funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza.

     

    Tutti i soggetti menzionati poc’anzi rientrano nella categoria dei cosiddetti whistleblower o segnalanti. Inoltre, le misure di protezione si applicano anche ai cosiddetti “facilitatori”, colleghi, parenti o affetti stabili di chi ha segnalato. In concreto i segnalanti non possono subire ritorsioni tra cui:

    • il licenziamento;
    • la sospensione;
    • a retrocessione di grado o la mancata promozione;
    • il mutamento di funzioni;
    • il cambiamento del luogo di lavoro;
    • la riduzione dello stipendio;
    • la modifica dell’orario di lavoro;
    • la sospensione della formazione;
    • le note di merito negative;
    • l’adozione di misure disciplinari o di altra sanzione anche pecuniaria;
    • la coercizione;
    • l’intimidazione;
    • le molestie o l’ostracismo;
    • la discriminazione o comunque il trattamento sfavorevole;
    • la mancata conversione di un contratto di lavoro a termine in un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
    • laddove il lavoratore avesse una legittima aspettativa a detta conversione;
    • il mancato rinnovo o la risoluzione anticipata di un contratto di lavoro a termine;
    • i danni, anche alla reputazione della persona, in particolare sui social media, o i pregiudizi economici o finanziari, comprese la perdita di opportunità economiche e la perdita di redditi;
    • l’annullamento di una licenza o di un permesso;
    • la richiesta di sottoposizione ad accertamenti psichiatrici o medici

     

  • 6. Cosa può denunciare il whistleblower o segnalante?

     

    La protezione per i segnalanti si applica quando si riscontrano irregolarità nei seguenti ambiti:

    • diritto comunitario
    • frodi fiscali
    • riciclaggio o reati in materia di appalti pubblici
    • sicurezza dei prodotti e dei trasporti
    • tutela dell’ambiente
    • salute pubblica
    • protezione dei consumatori e dei dati

     

    Tutte le segnalazioni whistleblowing devono essere documentate (foto, documenti o video) e circostanziate.

     

  • 7. Whistleblowing: le sanzioni

     

    L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è l’unico soggetto competente a valutare le segnalazioni e l’eventuale applicazione delle sanzioni amministrative sia per quanto concerne il settore pubblico che quello privato.:

    • da 5.00030.000 euro quando accerta che sono state commesse ritorsioni o quando accerta che la segnalazione è stata ostacolata o che si è tentato di ostacolarla o che è stato violato l’obbligo di riservatezza;
    • da 10.00050.000 euro quando accerta che non sono stati istituiti canali di segnalazione, che non sono state adottate procedure per l’effettuazione e la gestione delle segnalazioni oppure che l’adozione di tali procedure non è conforme.

    In merito alla conformità della procedura che le aziende devono rispettare, vi è anche quello legato al recepimento della segnalazione e al riscontro della stessa. Facciamo un esempio concreto.

     

    Immaginiamo che un’azienda riceva una segnalazione whistleblowing, da quel momento ha 7 giorni di tempo per comunicare al segnalante l’avvenuto recepimento, ed entro 3 mesi DEVE anche fornire un riscontro sulla segnalazione. Se l’azienda non rispetta queste tempistiche può incorrere nelle sanzioni già citate.

     

    Sono previste sanzioni da 500 a 2.500 euro per i segnalanti, nel caso in cui venga accertata la responsabilità penale della persona segnalante per i reati di diffamazione o di calunnia.

     

  • 8. Cosa devono fare le aziende per adeguarsi al Decreto Whistleblowing

     

    Le aziende interessate devono quindi attuare tutti quei processi richiesti nel Decreto, in particolare devono:

    • implementare un apposito canale di segnalazione internoper consentire l’invio di segnalazioni scritte (tramite software che prevedono la crittografia dei dati) oppure segnalazioni orali (in presenza, tramite hotline o software);
    • individuare il gestore delle segnalazioni (persona o ufficio);
    • predisporre la documentazione necessaria alla ricezione e analisi delle segnalazioni;
    • predisporre misure per la cancellazione dei dati dopo il decorso del termine di conservazione (data retention);
    • formare adeguatamente tutta la popolazione aziendale sul Decreto e sulle modalità di segnalazione;
    • definire dei KPI per stabilire l’efficacia delle misure adottate.

     

  • 9. Software Whistleblowing

     

    Il modo più semplice per adeguarsi al Decreto Whistleblowing è implementare un software Whistleblowing. Ma quali caratteristiche deve avere?

    • semplice e intuitivo. L’interfaccia deve essere semplice perché il segnalante deve essere messo sempre nella condizione di poter effettuare una segnalazione;
    • garantire la riservatezza. Il software deve garantire la riservatezza dei dati personali del segnalante e della segnalazione stessa utilizzando sistemi di crittografia;
    • tracciabilità ed efficienza. Per le aziende e i gestori delle segnalazioni è fondamentale che vengano tracciati i tempi di intervento per rispettare le tempistiche del Decreto. Per rendere efficiente la gestione delle segnalazioni è necessario un unico sistema in grado di gestire sia le segnalazioni scritte che quelle vocali;
    • conformità e flessibilità. Il software deve garantire la conformità del processo di gestione della segnalazione e allo stesso tempo essere abbastanza flessibile da adattarsi alle specifiche esigenze aziendali.

     

  • 10. Decreto Whistleblowing Pdf

    Puoi scaricare il testo del Decreto Legislativo n. 24 del 10 marzo 2023. 

    [Scarica il Decreto Whistleblowing]

Garantisci trasparenza alla tua azienda: scopri il servizio di Whistleblowing

 

I campi contrassegnati da un asterisco (*) sono obbligatori.